PLUSDOTAZIONE
Cercare di definire la plusdotazione in modo univoco è un’operazione complessa in quanto, ancora oggi, la comunità scientifica non ne ha una visione condivisa (Phillipson & McCann, 2007).
Come molti dei tratti umani, la giftedness è una complessa costellazione di caratteristiche genetiche, personali e comportamentali che si esprimono in modi differenti. Gli studiosi sono concordi nell’affermare che giftedness è un termine utile a categorizzare un individuo che mostra, o ha il potenziale per mostrare, un’abilità eccezionale o non comune rispetto ai suoi pari in un dato momento temporale (Keating, 2009, Worrel & Erwin, 2011), in determinate aree e in una specifica cultura.
La letteratura sull’argomento evidenzia che questi bambini-ragazzi si differenziano dai loro coetanei perché hanno maggiore attitudine in una o più delle seguenti aree: abilità intellettiva generale, specifica attitudine scolastica, pensiero creativo, capacità di leadership, arti visive e dello spettacolo, abilità motoria.
È bene precisare che i soggetti ad AP e di Talento non sono un gruppo omogeneo e le caratteristiche sopracitate possono presentarsi in un individuo con diversa intensità e con modalità differenti. La letteratura sulle caratteristiche dei soggetti ad AP evidenzia come ci siano differenti livelli (Ruf, 2005; Wasserman, 2007) e differenti profili che caratterizzano i soggetti plusdotati (Betts & Neihart, 1988, Neihart, 2010). In merito ai livelli possiamo parlare di alto potenziale cognitivo quando il soggetto ha un punteggio di QI compreso tra 120 e 129 e di plusdotazione quando il punteggio è pari o maggiore di 130.